Norme redazionali

Tutti gli autori di contributi devono inviare i loro saggi e le loro recensioni attenendosi
scrupolosamente alle Norme redazionali che seguono: gli articoli e i saggi verranno sottoposti al parere preventivo del Comitato scientifico o alla valutazione di un doppio referee; della pubblicabilità delle recensioni e degli estratti di tesi di laurea deciderà, invece, il Comitato di redazione della rivista.

A ogni contributo dovrà essere allegato un abstract in inglese di almeno quattro righe e uno in italiano; agli articoli in lingua straniera, invece, sarà da aggiungere un abstract in inglese, uno in italiano e uno nella lingua straniera prescelta, nel caso in cui non si tratti dell’inglese.

Indicare anche almeno tre parole-chiave del saggio.

Si raccomanda agli autori di interventi nei quali siano presenti citazioni di passi in lingua straniera di corredare il testo anche di una traduzione in italiano degli stessi, possibilmente anche nel caso delle cosiddette lingue “trasparenti”.

Fin dalla fondazione della rivista, per una consapevole scelta anche stilistica, i saggi in lingue diverse dall’italiano vengono pubblicati in corsivo (con titoli etc. in tondo): si prega, pertanto, di rispettare questa norma per agevolare il lavoro della Redazione.

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In particolare, per la versione in PDF si ricorda che i titoli dei saggi vanno in Times New Roman 16 corsivo, il testo in tondo in corpo 14; abstract, note e citazioni più lunghe di 4 righe in corpo 11. I cognomi degli autori in nota devono essere in maiuscolo/maiuscoletto (i curatori in tondo) e i titoli di riviste, quotidiani e collane editoriali vanno inseriti tra virgolette basse o caporali, sempre in tondo.

“Diacritica” non accetta saggi che presentino bibliografie a testo all’americana: si prega di inserire i riferimenti bibliografici per esteso in nota. Le miscellanee vanno indicate a partire dal titolo, seguito dai nomi dei curatori in tondo (evitare, per cortesia, l’uso di Aa.Vv.).

Nel caso si abbiano dubbi sull’utilizzo del corsivo per le parole straniere, si può far riferimento al Vocabolario Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/), verificando se i suddetti termini vi figurano: in tal caso, essi potranno essere lasciati in tondo perché entrati a far parte dell’uso in italiano. Altrimenti, tali parole andranno ovviamente trascritte in corsivo e declinate secondo le regole della loro lingua madre.

Da evitare il corsivo per enfatizzare alcuni termini: in tal caso, utilizzare gli apici doppi (adoperarli, invece, singoli per indicare la traduzione in italiano di una parola o di una frase in lingua straniera).

Da ricordare, inoltre:
– che la “d” eufonica andrebbe utilizzata solo per evitare la successione di due vocali uguali (es.: ad amare, ed ecco etc.);
– che, nel caso di un’opera il cui titolo inizi con l’articolo determinativo, si usa fondere la preposizione che lo precede con l’articolo stesso, dando luogo alla relativa preposizione articolata (es.: dei Promessi sposi), a meno che non si possano ingenerare ambiguità sul titolo stesso, nel qual caso è bene farlo precedere da un’apposizione (es.: nel romanzo I promessi sposi);
– che l’articolo indeterminativo “una” va sempre apostrofato, se precede un sostantivo che inizia per vocale (lo stesso – ovviamente – dicasi per “la”, “della” et similia);

– che è preferibile evitare di utilizzare la preposizione semplice “in”, facendo eco all’uso anglosassone, nei casi in cui in italiano sarebbe opportuno adoperare una preposizione articolata;
– che i sostantivi tedeschi vogliono la maiuscola iniziale (es.: Lied);

– che la maiuscola è obbligatoria con i nomi dei punti cardinali, quando indicano un’area geografica specifica e non la semplice direzione (es.: il generoso Sud).

E che, come sincero e dovuto omaggio all’imprescindibile magistero del Professor Luca Serianni, a partire dal fascicolo n. 45 “Diacritica” fa proprio l’uso di accentare sempre la “e” chiusa di “sé stesso”.

Grazie.

Qui si può scaricare il file PDF delle Norme redazionali.